RODOLFO ARICÒ (1930-2002)

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Rodolfo Aricò nasce a Milano il 3 giugno 1930.

Presenta la sua prima mostra personale al Salone Annunciata a Milano nel 1959. Nel 1964 partecipa alla XXXII Biennale di Venezia dove espone Trittico dell’esistenza. Nel 1965 Roberto Sanesi gli dedica il volume Reperti: per uno studio sulla pittura di Rodolfo Aricò e il suo lavoro Work in progress. Le “simultanee forme” di Delaunay viene acquisito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 1967 presenta una personale alla Galleria L’Attico di Roma.



Nel 1968 è invitato alla XXXIV Biennale di Venezia, dove espone, in una sala personale, uno spazio ambientale costituito da grandi opere da cui emerge il carattere strutturale della sua pittura-oggetto. Dell’anno successivo è la sua personale alla Deson-Zacks Gallery di Chicago. Le opere degli anni settanta vedono concentrarsi la riflessione sulla reinterpretazione della sua visione umanistica della storia dell’arte e degli archetipi dell’architettura, espressa in una sottile pittura a spruzzo, con vari strati sovrapposti di gocce di colore che creano un risultato finale di monocromia.


Nel 1974 è invitato per una mostra antologica a Palazzo Grassi a Venezia. Nel 1977 il Comune di Ferrara lo invita per una mostra antologica negli spazi del Padiglione d’Arte Contemporanea Parco Massari. Nel 1980 presenta alla Casa del Mantegna di Mantova una mostra dedicata all’indagine delle relazioni tra architettura, pittura e mito. Gli anni ottanta vedono una frantumazione delle regolarità geometriche con una sempre più articolata metamorfosi di sagomature e superficie.

Nel 1982 viene invitato, nella sezione “Arti Visive ’82”, alla XL Biennale di Venezia, dove presenta l’opera Clinamen/Prometeo. Nel 1984 presenta, insieme a Gianni Colombo, una mostra personale al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Nel 1986 partecipa alla XLII Biennale di Venezia nella sezione “Il colore” con l’opera Struttura del 1968. Durante gli anni novanta Aricò articola una serie di mostre personali nelle quali inaugura una relazione con lo spazio inteso sempre più fisicamente e corporalmente come dramma di una materialità in implosione ed esplosione ininterrotta.

Nel 1994 partecipa alla mostra “Venezia e la Biennale” alla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia. Nel 1997 presenta alla galleria A arte Studio Invernizzi di Milano opere cariche di spiritualità dal titolo Sere, nelle quali tela e colore divengono unicum per costituirsi come presenze esistenziali nella loro grandiosa oggettività. Nel 2001 lo Spazio Annunciata di Milano presenta la sua ultima mostra personale. L'artista muore a Milano il 22 giugno 2002.

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