CESARE TACCHI (1940-2014)

TITINA MASELLI (1924-2005)
10 Gennaio 2019
CARLO NANGERONI (1922-2018)
10 Gennaio 2019

Cesare Tacchi nasce a Roma nel 1940. Esordisce nel 1959 esponendo insieme a Mambor e a Schifano alla galleria Appia Antica di Roma nel 1959.
Partecipò con Giosetta Fioroni, Tano Festa, Franco Angeli, Pino Pascali, Francesco Lo Savio, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Jannis Kounellis, Mario Schifano e Umberto Bignardi al movimento artistico Scuola di piazza del Popolo, nato negli anni sessanta, a Roma, che si riunivano al Caffè Rosati a Piazza del Popolo o presso la Galleria della Tartaruga di Plinio de Martiis.

Nei suoi quadri riproduce simboli e oggetti del paesaggio urbano contemporaneo, scritte pubblicitarie, automobili, tram, taxi, ascensori: non per contestare il sistema, come avveniva nella Pop-Art, ma per decodificare la realtà nell'irrealtà dell'opera, sprigionando l'essenza mistica delle cose.

Nel 1964 inizia ad utilizzare, come supporto per le immagini, tappezzerie, rasi e stoffe da arredamento, imbottite e trapuntate, sulle quali si modellava una pittura che si richiamava con esplicita eleganza ironica a temi “floreali” ripresi da Botticelli e Pisanello.

“…la sua unica performance "Cancellazione d'artista", eseguita nel 1968 per "Il Teatro delle Mostre", spicca come uno spartiacque significativo nella vicenda artistica e umana di Cesare Tacchi... Quest’atto simbolico sarà il preludio di un lungo decennio di negazione individuale della pittura e, drammaticamente, anche della propria vita.” (Miriam Mirolla, 2006).

Intorno al '70 realizza una serie di quadri-oggetto in cui la cornice vuota assume il ruolo di protagonista. Dagli anni ‘80 è tornato alla tela in un processo ricostruttivo secondo cui il colore è puro, la pennellata piana, il segno guidato dalla logica matematica.

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