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Valutazione quadri Alighiero Boetti Milano, cose da sapere.
Alighiero Boetti era un artista concettuale italiano e membro del movimento dell’Arte Povera. Nato a Torino, in Italia, il 16 dicembre 1940, abbandonò la scuola per studiare arte in modo indipendente e stabilì stretti rapporti con gli artisti Luciano Fabro e Michelangelo Pistoletto. Boetti ha usato una vasta gamma di materiali per il suo lavoro, tra cui penne a sfera e francobolli postali, per realizzare una serie di mappe e grafici del mondo.
Nel 1967, in seguito alla guerra dei sei giorni israeliana, creò dodici forme a partire dal 10 giugno 1967, che descrive attraverso le mappe le varie crisi politiche nel conflitto. Ha anche spesso progettato tessuti da ricamare in botteghe artigiane e dal 1987 fino alla sua morte, Boetti è stato completamente assorbito dalla creazione del suo arazzo più grande e complesso, Tutto, che è stato creato per rappresentare la diversità culturale del mondo. Boetti morì il 24 febbraio 1994 e la sua grande Map of the World (1989) è in mostra permanente come una caratteristica importante della collezione del Museum of Modern Art di New York.
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10 cose da sapere su Alighiero Boetti
La vita colorata e l’arte del concettualista italiano anticonformista, con opere di spicco del suo periodo di Arte Povera, nonché le sue acclamate serie “Arazzi”, “Mappe” e “Tutto”. Alighiero Boetti divenne famoso come parte del movimento dell’Arte Povera alla fine degli anni ’60.
- Le prime opere di Boetti come Mazzo di tubi, Collina – una scultura che comprendeva una serie di tubi metallici accatastati per assomigliare alle dolci colline – e Rotolo di cartone ondulato del 1966 – un rotolo di cartone sollevato nel mezzo per formare uno stile Ziggurat torre – ricorda i gesti curiosi e giocosamente inventivi e le interazioni con il materiale che uno fa da bambino e che Boetti stesso ricordava di aver fatto in gioventù.
- Nel 2014, la scultura Colonna del 1968 – il punto culminante dell’Arte Povera – è stata venduta da Christie’s per £ 2.434.500, raggiungendo quello che è ancora il prezzo da record mondiale per l’artista all’asta. A prima vista, sembra una colonna classica scavata nel marmo, ma in realtà è un pezzo per eccellenza dell’Arte Povera, composto da una miriade di centrini di carta disposti uno sopra l’altro sopra una bacchetta di ferro.
- Divorziando dall’Arte Povera nel 1972, Boetti si trasferì a Roma e divenne un maestro dell’arte concettuale. Il dossier Postale (1969-1970) dimostrò la sua preoccupazione per l’improbabilità e il caso, costituito da 26 lettere inviate a destinatari famosi a indirizzi immaginari – tra cui Marcel Duchamp, che era morto da poco – e che tracciavano i loro progressi casuali. Fu anche in questo periodo che l’artista cambiò il suo nome in Alighiero e Boetti (“Alighiero e Boetti”) e iniziò a firmare le sue opere in questo modo – come se fossero due artisti in uno.
Valutazione quadri Alighiero Boetti Milano, continua…
- Nel 2011, Boetti ha ricevuto una grande retrospettiva postuma al Reina Sofia Museum di Madrid, che ha poi viaggiato alla Tate Modern di Londra e al Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Il suo titolo, Alighiero Boetti: Game Plan, rifletteva la natura ludica di gran parte dell’arte di Boetti. Nella sua recensione per il quotidiano britannico The Observer, Laura Cumini ha scritto “la pura gioia della sua arte, il suo fascino ribelle e magnifico “.
- Boetti ha spesso creato lavori in serie e uno dei suoi più noti è i ricami multicolori noti come “Arazzi”. Si tratta di griglie a mosaico di singole lettere, che si combinano in parole e frasi che lo spettatore deve decifrare (leggendo, in modo non convenzionale, dall’alto verso il basso, dalla colonna sinistra a destra). Le frasi spaziano dai proverbi e dalla poesia a, nel caso dell’Addizione del 1974, lo spiegamento di un problema matematico.
- Boetti affermò di discendere da un monaco domenicano del XVIII secolo chiamato Giovanni Battista Boetti, che si dice si sia convertito all’Islam durante una missione a Mosul, cambiò il suo nome in Sheikh Mansur e condusse una ribellione cecena contro la Russia di Caterina la Grande. I fatti della vita di Mansur sono aperti alle congetture, ma la cosa innegabile è che Boetti dichiarò di seguire le orme del primo, quando fece regolari visite in Asia negli anni ’70. L’artista acquistò persino un hotel a Kabul e – per i suoi “Arazzi”, “Mappe” e altre serie di arazzi – impiegò ricamatori afghani locali per realizzarli.
- La serie più famosa di Boetti è la sua ‘Mappe’ – mappe arazzo del mondo in cui ogni paese è rappresentato dai colori della sua bandiera. Ne esistono in totale 150, in una varietà di dimensioni, risalenti al 1971-1994 (l’anno della morte dell’artista). Insieme formano un ritratto olistico e ideologico del passare del tempo e dei cambiamenti geopolitici mentre postulano simultaneamente la nozione di mondo unito.
E poi…
- Boetti era anche un autore pubblicato e, forse inevitabilmente, il libro che porta il suo nome è tutt’altro che convenzionale. Nel 1977, insieme a sua moglie Anne-Marie, ha pubblicato Classifying the Thousand Longest Rivers in the World, un tomo che ha impiegato sette anni per completare e ha coinvolto la coppia di approvvigionamento, la riconciliazione e la tabulazione di una massa di dati incoerenti per classificare (in ordine) i 1000 fiumi più lunghi sulla Terra.
- Boetti ha realizzato una serie di vaste opere in biro minuscamente scarabocchiato, come I sei sensi (The Six Senses), che fa parte di una serie di disegni realizzati in codice. L’effetto complessivo delle opere di ‘Lavori Biro’ tende ad essere straordinariamente irregolare, con il risultato di ampie distese di blu e verdi profondi con gradazioni e motivi all’interno. Spesso ricordano un mare o un cielo notturno.
- Boetti è morto nel 1994, a 53 anni, e c’è stato un forte aumento nel suo mercato dal 2000, e in particolare dopo la retrospettiva del piano di gioco nel 2011/12, che ha notevolmente aumentato il suo profilo. Dove una volta era considerato un artista puramente italiano per il mercato italiano, ora è molto una figura globale con un mercato globale. Al volgere del millennio, il prezzo record per un Boetti era £ 144.000; ora sono 2,4 milioni di sterline.
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