BRUNO MUNARI (1907-1998)

EMILIO SCANAVINO (1922-1986)
22 Gennaio 2019
XAVIER BUENO (1915-1979)
22 Gennaio 2019
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Bruno Munari nasce a Milano nel 1907.
La sua formazione artistica muove dalle esperienze pittoriche condotte nell'ambito del Futurismo, dal quale trarrà la sua ricerca visuale e l'interesse per l'oggetto nella sua complessa definizione e identificazione di caratteri, attributi e significati.

Nel 1925 conosce Marinetti, simpatizza con Balla e Prampolini, i futuristi che lo influenzarono maggiormente.
Dal 1927 partecipa alle collettive futuriste: espone alla milanese Galleria Pesaro, alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e a Parigi.


Nel gennaio del 1940 si trasferì in Italia, dove si unì insieme al fratello Antonio, a Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian nel gruppo dei "Pittori Moderni della Realtà".
L'esperienza della guerra civile spagnola prima e di quella italiana poi, indirizzò sempre più l'artista verso un realismo legato a motivi di forte contenuto sociale.
Alla fine degli anni quaranta, in concomitanza con la crisi del gruppo, i rapporti fra Xavier e il fratello Antonio cominciarono a mutare, dopo anni di percorso comune.

Le cause sono da ricercarsi nella progressiva diversificazione delle loro rispettive personalità artistiche: specialmente per Antonio, il minore dei due, parve vitalmente necessaria una rivendicazione d'indipendenza dal fratello, ex maestro d'arte e detentore di un'autorità (vera o presunta). Sono del 1933 le prime "macchine inutili" di Bruno Munari, concepite secondo i presupposti dell'arte programmata, che lo rendono famoso negli ambienti artistici dell'epoca.

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Inventa "L'agitatore di coda per cani pigri", studia "il motore per tartarughe stanche". Nel 1939 diventa art director della rivista Tempo. Con Max Huber collabora alla creazione dell'immagine della casa editrice Einaudi.

Del 1945 è il suo primo multiplo cinetico ("Ora X"); del 1948 49 i suoi "libri illeggibili"; del 1951 le "strutture continue" tridimensionali, gli esperimenti sul "negativo-positivo" e quindi successivamente quelli sulla luce polarizzata per proiezioni dalla materia; i numerosi film di ricerca, la progettazione di oggetti di arte cinetica; le sue famose "sculture da viaggio" in cartoncino piegabile (oggetti di ornamentazione estetica, progettati allo scopo di creare un punto di riferimento, in qualche modo coincidente col proprio mondo culturale, da collocare nelle anonime camere di albergo o in qualunque altro luogo non caratterizzato).

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